Una delle più sorprendenti trasformazioni del Novecento è stato senz’altro la riscoperta della potenza della voce che si è affermata come oggetto di sperimentazione e di autoriflessione, sollecitando al contempo il pensiero filosofico. Il corso si propone di indagare alcuni filoni centrali per la ridefinizione del fenomeno voce: il riemergere dell’oralità nelle forme dell’oralità secondaria (Havelock, Ong, Zumthor, De Kerckhove); la concettualizzazione della voce tra psicoanalisi e filosofia (Derrida, Cavarero, Dolar, Agamben); le pratiche di sperimentazione vocale nella musica vocale d’arte dalla fine deli anni Cinquanta in poi; la diffusione della cosiddetta Vocal Performance Art; la tendenza all’attraversamento e all’oltrepassamento dei confini tra poesia, teatro e musica e all’interno di essa dei singoli generi musicali. Nella seconda parte del corso particolare attenzione verrà rivolta nel corso alla funzione cruciale assunta dalle voci femminili, in quanto icone vocali e di emancipazione. Casi di studio verranno scelti tra figure emblematiche come Cathy Berberian, Dorothy Dorow, Catherine Geyer, Carla Henius, Michiko Hirayama, Liliana Poli, Carol Plantamura, nell’ambito della sperimentazione vocale della musica d’arte; Joan La Barbara, Meredith Monk, Fatima Miranda, Sainkho Namtchylak, quali esponenti della nuova figura di vocal performer composer; infine Billy Holliday, Nina Simone, Janis Joplin, Joni Mitchell, Joan Baez, Patti Smith, Björk nell’ambito di blues, jazz e popular music.