La comunicazione è un elemento fondamentale del rapporto di tutti gli operatori sanitari con i cittadini ed i pazienti. In particolare il medico per il riolo di gestore del paziente, ma anche tutte le altre figure che si occupano della salute del cittadino (farmacisti, infermieri, psicologi, operartori, tecnici, ecc).

E' importante che il corso venga seguito dal più grande numero di studenti anche di vari corsi di laurea.

Il corso prevede lezioni frontali, role play, casi clinici, approfondimenti della letteratura e precede una appendice per la comunicazione delle cattive notizie.


L’atto medico può esprimere varia profondità di conoscenze, può condensare un bagaglio più o meno ricco di esperienza, può possedere un diverso contenuto tecnologico, ma, se non è preceduto e sostenuto da una condivisione profonda, perde in partenza una parte essenziale della sua capacità terapeutica: è questa la riflessione di partenza dell’ADE fondata con il Prof Aris Zonta, chirurgo e docente di chiara fama, la prima promossa dal Collegio Nuovo e tuttora offerta alla comunità degli studenti universitari. La condivisione si realizza attraverso un contatto umano di cui la comunicazione è il tramite indispensabile. Ci sono però situazioni in cui questa acquista significati intensi e drammatici. La tematica del consenso informato, ad esempio, pone problemi delicati. Esistono al riguardo pronunciamenti giuridici di carattere rigoristico che impongono al medico, come puntualmente illustrato dal Prof. Paolo Danesino, medico legale, il dovere di un’informazione precisa ed esaustiva al malato del suo stato morboso, delle terapie necessarie e delle complicanze prevedibili. Ma a tali precisazioni possono opporsi convinzioni del medico, fondate sulla consapevolezza dei turbamenti psichici che la conoscenza dettagliata di certe condizioni cliniche può evocare, specie in personalità fragili e provate come evidenzierà, tra gli altri, il Prof. Giovanni Ricevuti anche nell’incontro introduttivo. Da queste situazioni estreme, si passa a una infinita varietà di circostanze, in cui al medico sono richieste delucidazioni o informazioni o anche solo ipotesi sulla presenza o evoluzione di un’affezione morbosa. Come comportarsi? Quando è necessario e anche giusto essere dettagliati ed espliciti e quando tale atteggiamento da parte del medico potrebbe essere necessario, ma non giusto? In altre parole: la prassi coincide sempre con il dovere sancito o talvolta se ne discosta? E chi si può assumere la responsabilità di gestire queste divergenze? E a quale prezzo?. Ampio spazio, inoltre, viene dato alla gestione della comunicazione con pazienti particolarmente fragili: anziani (Prof. Giovanni Ricevuti), minori (Dott. Silvia Bergonzoli) e diversamente abili (Dott. Annapia Verri). Il Dott. Pierdante Piccioni e affronterà il tema della comunicazione in uno degli spazi che sin dal suo nome richiama la situazione di emergenza, il Pronto Soccorso, il luogo dove la prima segnalazione è rappresentata da un “codice” che va spiegato e affrontato. Il luogo dove si approda anche in base a come viene gestito il rapporto con il territorio di afferenza. Novità di quest’anno, inoltre, è l’intervento del Prof. Perlini sul lascito dell’esperienza di gestione della comunicazione con i pazienti e i loro cari nell’epoca ella pandemia.