La demenza colpisce circa 46 milioni di persone in tutto il mondo, una cifra che, secondo il "Rapporto Mondiale Alzheimer 2015”, dovrebbe raggiungere 131,5 milioni entro il 2050. L'11 dicembre 2013 i leader mondiali del G8 si sono riuniti a Londra in uno storico vertice per decidere come combattere la demenza, con l'ambizione di identificare entro il 2025 una cura o una terapia che modifichi sostanzialmente il decorso della malattia.

Con il contributo di docenti e ricercatori in una pluralità di ambiti (dalla biochimica alla farmacologia, dalla neurobiologia alla neurofisiopatologia), operanti negli Atenei e negli IRCCS di Pavia e Firenze e per aziende di software medicale ad alto contenuto tecnologico (Torino), presenteranno i risultati più recenti della ricerca sul morbo di Alzheimer, una malattia neurodegenerativa che provoca un declino della memoria e di altre importanti funzioni mentali. È necessario uno sforzo enorme, sia per identificare i meccanismi patogenetici alla base del morbo sia per valutare nuovi approcci terapeutici ancora oggi allo studio. I docenti di questo corso, molto noti nel mondo scientifico, clinico ed accademico, hanno tutte le caratteristiche ed expertize per aiutare sia gli esperti sia chi si approccia per la prima volta al mondo delle demenze a comprendere i nuovi progressi nella conoscenza della malattia che essi hanno prodotto nel corso degli ultimi anni di ricerca e i nuovi approcci che dalle loro ricerche derivano. Le loro relazioni saranno molto utili agli studenti, ai professionisti e ai familiari di pazienti affetti da Alzheimer a vedere con nuovi occhi questa malattia che non colpisce mai solo un paziente ma distrugge nel vero senso della parola tutta una famiglia.

In tutto il mondo in settembre si celebra la GIORNATA MONDIALE DELL'ALZHEIMER per attirare l'attenzione di tutti su questa malattia che è ben più diffusa dei tumori e delle cardiopatie e dalla quale per ora non si guarisce. Con questo corso si vuole celebrare il MESE DELL'ALZHEIMER portando un contributo di conoscenza e di supporto a "chi non ha più mente” ed ai loro familiari ed un riconoscimento ai ricercatori che dedicano la loro vita a studiare la malattia e cercare una possibile cura.